La topografia corneale è un metodo diagnostico sofisticato della superficie oculare che che sfrutta l’analisi computerizzata delle immagini riflesse degli anelli concentrici di un disco di Placido proiettati sulla cornea. Ogni mappa topografica (o mappa corneale) ha una scala di colori che assegna un particolare colore ad un certo range diottrico corneale (D). Distinguiamo mappe corneale con “scala assoluta” che assegnano ad ogni potere diottrico minimo e massimo della cornea sempre lo stesso colore e suddividono la scala dei colori negli stessi scalini per ogni paziente; e mappe corneali con “scala normalizzata” che per ogni mappa hanno differenti scale di colori ed il software riconosce i valori diottrici corneali minimo e massimo reali di ogni paziente. Le mappe con scala assoluta, in genere, hanno scalini ampi di incremento (circa 0,5 D) e questo può portare come svantaggio la possibilità di non riconoscere piccoli cambiamenti della curvatura della superfica corneale, come nei cheratoconi (Kconi) iniziali ma consentono di poter confrontare direttamente 2 differenti mappe. Al contrario, le mappe con scala normalizzata hanno degli scalini più piccoli e questo fornisce maggiori dettagli nel descrivere una cornea ma non consente di confrontare direttamente 2 mappe se non aiutandoci con i valori cheratometrici delle loro scale colorimetriche. La topografia fornisce informazioni sia qualitative che quantitative della curvature corneale. Quando l’oculista esegue una mappa corneale per la diagnosi di alcune patologie o per ottenere dati importanti per la costruzione di lenti a contatto, le due tipologie di mappe più comuni utilizzate dai medici oculisti sono la “mappa assiale” e quella “tangenziale”. Nella “mappa assiale” o “sagittale” i colori caldi come il rosso e l’arancio mostrano aree più curve; i colori freddi come il blu ed il verde denotano un’area più piatta. La mappa assiale fornisce una rappresentazione approssimata della refrazione corneale poiché essa non tiene in considerazione la “aberrazione sferica” della cornea.Per esempio, una cornea sferica è descritta da una mappa assiale con potere uniforme, mentre in realtà i raggi incidenti nella periferia della cornea sono refratti in un punto focale più vicino rispetto a quelli che attraversano la porzione centrale della cornea.
Quindi da’ una visione d’insieme della curvatura corneale. Tale mappa è comunque un utile descrittore dell’astigmatismo corneale, rappresentandone sia il cilindro e l’asse che le irregolarità. Esempio di mappa assiale: descrive più l’ottica che la forma della cornea.
L’immagine sopra mostra la classica “farfalla” o “clessidra” di un astigmatismo secondo regola. L’asse di simmetria verticale “giallo-arancio” della clessidra è il meridiano più curvo. Tuttavia, la mappa assiale non da’ informazioni precise in periferia perchè distorce la forma. Per esempio, nella mappa in basso a sinistra dell’immagine sopra, l’ ampia area rossa indica la presenza di un cheratocono. Tuttavia la dimensione del cono è esagerata, e anche se incrementassimo la risoluzione della scala dei colori non potremmo ottenere comunque da questa mappa maggiori dettagli. La “mappa tangenziale” o “istantanea” o “locale” o “vera” rappresenta con maggior precisione rispetto a quella assiale la reale forma della cornea, specie in periferia.
Quest’immagine è la stessa della precedente, ma in mappa tangenziale.
La “mappa refrattiva” compensa sia le aberrazioni sferiche che la forma asferica della cornea e analizza con particolare precisione la porzione centrale della cornea che è posta al davanti della pupilla, dove le aberrazioni ottiche penalizzano molto la visione. Questo tipo di mappa è particolarmente utile per valutarla performance visiva dopo chirurgia refrattiva LASIK o PRK per evidenziare le “isole centrali” in questi pazienti. Nella “mappa delle altezze corneali” i colori qui rappresentano l’altezza della cornea rispetto ad una sfera di riferimento, misurata in direzione parallela all’asse,dove i punti che sono sopra la sfera appaiono in rosso-arancio e quelli sotto la sfera sono blu-verde. Questa convenzione di colori, universalmente accettata in topografia corneale è ispirata alla topografia geografica, in cui i colori caldi rappresentano colline e montagne e le tonalità in blu sono le profondità marine. É importante ricordare che i colori in queste mappe NON rappresentano le curvature o i poteri diottrici, ma delle elevazioni sopra o sotto la superficie di riferimento. Nell’astigmatismo osservato nella mappa delle altezze che segue, le zone lungo il meridiano più curvo si trovano al di sotto della sfera di riferimento e pertanto appaiono in blu, il che è opposto rispetto ai colori di un astigmatismo nelle mappe assiali e delle curvature.
Mappa delle altezze (spherical offset)
Quando fare una topografia corneale?
La topografia può essere indicata in molte situazioni cliniche. Condizioni come il kcono e la degenerazione marginale pellucida possono mostrare una maggiore pendenza corneale anche prima che possa essere visibile all’osservazione alla lampada a fessura. Nel kcono, le mappe colorimetriche forniscono informazioni sulla localizzazione, la dimensione e la curvatura dell’apice del cono e possono aiutare nel seguire nel tempo la sua evoluzione, come si può vedere dall’immagine sotto.
La topografia è, inoltre, utilissima per seguire I pazienti prima e dopo interventi chirurgici, in modo particolare quelli sottoposti a cheratoplastica perforante, cheratotomia radiale, PRK o LASIK. Preoperatoriamente, la topografia fornisce informazioni su eventuali cicatrici o astigmatismo irregolare. Dopo l’intervento, aiuta a seguire la fase di cicatrizzazione e la valutazione sull’uso delle lenti a contatto. Inoltre, la topografia è utile in quei pazienti con un astigmatismo corneale eleveto per meglio determinare il loro difetto refrattivo. E’ particolarmente importante nel valutare il “fitting” delle lenti a contatto gas permeabili e nell’evidenziare eventuali distorsioni corneali causate dal loro uso, come il cosidetto “warpage” (impronta).